Tourism Leakage: a chi vanno i soldi del nostro viaggio?

Spesso nelle nostre vacanze più rilassanti e sorprendenti amiamo viaggiare in posti esotici e caratteristici, tra palme e cocktail, in villaggi turistici e in grandi alberghi di lusso; ma sappiamo a chi stiamo dando i nostri soldi? Siamo certi di aiutare lo sviluppo dell’economia locale e non lo sviluppo di grandi compagnie e catene internazionali?

Chi ci guadagna?

Ad oggi se dobbiamo intraprendere un viaggio in paesi esteri, in particolare nei paesi in via di sviluppo, dobbiamo prima di tutto capire come i soldi da noi investiti possano riempire tasche diverse a seconda delle nostre scelte.
Se è vero che i servizi acquisiti direttamente dagli enti locali, portano benefici agli enti locali stessi, incrementando così i guadagni del settore turistico del paese visitato, è altrettanto vero che prenotazioni fatte ad aziende specializzate nel turismo internazionale portano più che altro solo problemi alle aziende locali.
In particolare, quando visitiamo paesi economicamente più in difficoltà, preferiamo farlo nel massimo comfort in modo da mantenere stabili o addirittura migliorare i nostri standard di vita. Per questo ci affidiamo a grandi compagnie aeree, grandi catene d’hotel che assumono personale non locale o locale ma sottopagato, e che avendo spesso provenienza estera non contribuiscono al guadagno della nazione ospitante ma al proprio.
Anche l’acquisto di prodotti importati comporta una conseguente dispersione del denaro, come evidenziato dall’UNEP (United Nations Environment Programme) infatti, ogni 100$ spesi da un turista in vacanza in un paese in via di sviluppo solo 5$ rimangono alla comunità locale.

Questo comporta una netta diminuzione del potenziale del settore turistico che ha lo scopo:

  • di produrre posti di lavoro,
  • creare orgoglio locale,
  • condividere culture
  • contribuire allo sviluppo economico.

Di certo questo non è possibile se si alberga in un resort internazionale mangiando da Mcdonalds o bevendo Heineken.
Se questo succedesse, ai locali rimarrebbero soltanto le incombenze legate allo sviluppo turistico: i prezzi dei beni di primo consumo salirebbero ma non aumenterebbero gli stipendi, mancherebbe l’acqua per i locali essendo utilizzata per le piscine e l’irrigazione negli hotel, si creerebbero difficoltà nella gestione dei rifiuti che inquinerebbero l’ambiente, le spiagge sarebbero invase da turisti o addirittura privatizzate e il comportamento allegro e libertino dei turisti provocherebbe rumore e fastidio ai locali.
Per evitare tutto ciò è dunque necessario scegliere:

  • strutture gestite da locali che utilizzano parte dei ricavi per iniziative socialmente utili all’interno della comunità
  • cercare di mangiare, bere e comprare prodotti locali
  • rispettare le tradizioni del posto.


Lascia un commento